Sta diventando sempre più chiaro che prevenire cambiamenti climatici irreversibili è una delle grandi sfide del nostro tempo.

L’ambiente costruito è una manifestazione tangibile dell’impatto dell’uomo sull’ambiente. L’edilizia è inequivocabilmente una delle industrie più energivore, con dati evidenti come la responsabilità del:

  • 41% della quantità di anidride carbonica mondiale dispersa nell’aria;
  • 36% del consumo globale di energia elettrica;
  • 50% per l’estrazione di materie prime;
  • 33% del consumo globale di acqua potabile.

La maggior parte degli edifici è progettata per durare più a lungo di noi. Come tali dovrebbero non solo essere funzionali nel presente ma raccontare alle generazioni future la società che siamo e quella che vogliamo essere. Le decisioni prese oggi possono avere effetti per centinaia di anni: qualsiasi nuova costruzione deve quindi necessariamente essere parte della soluzione, piuttosto che del problema.

L’edilizia può fornire un grosso contributo nel processo di decarbonizzazione.

L’edilizia, infatti, proprio avendo un impatto così pesante, può fornire un grosso contributo nel processo di decarbonizzazione dell’ambiente, abbandonando le tecniche convenzionali in favore dell’adozione di un approccio più moderno, in linea con le necessità ambientali.

Le tecnologie digitali stanno dimostrando il loro potenziale nel costruire in modo più sostenibile, permettendo una gestione efficace dei dati e migliorando l’efficienza, la produttività, la sicurezza e la velocità, utilizzando meno risorse per ottenere di più.

In un mondo di risorse sempre più limitate, gli edifici di oggi devono saper affrontare anche i problemi di domani.

Innovazioni come i gemelli digitali, l’automazione e l’intelligenza artificiale stanno già dimostrando il loro potenziale in questo campo e non sono più appannaggio esclusivo delle aziende più grandi e con i portafogli più capienti.

Gli strumenti digitali possono aiutare a migliorare la sostenibilità e la longevità di un edificio sin dalla fase di progettazione, dove i materiali e le quantità possono essere pianificati con maggiore attenzione per ridurre gli sprechi durante tutto il ciclo di vita dell’edificio.
Le tecniche e le tecnologie innovative sono quindi destinate a guidare questa transizione, ma il settore si trova di fronte a grandi difficoltà nel reperire personale con le giuste competenze in materia di edilizia digitale. Scegliere di costruire seguendo un approccio più sostenibile, infatti, non significa che i nuovi asset appariranno da soli: dietro ogni nuovo ponte, strada o edificio c’è un team dedicato di professionisti della costruzione.

La capacità delle aziende di sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie è ostacolata dalla carenza di personale qualificato.

Il problema è che non ce ne sono abbastanza.  La capacità delle aziende di sfruttare il potenziale relativo ai nuovi processi e all’adozione tecnologica è chiaramente ostacolata dalla carenza di competenze. Queste lacune di competenze e l’incapacità di attrarre i talenti giusti rimangono tra i principali ostacoli all’adozione di nuove tecnologie e processi.

Sappiamo che BIM, ingegneria digitale e standard internazionali sono fattori chiave per il nostro settore, ma attualmente ci troviamo di fronte a un basso numero di lavoratori qualificati in questi ambiti. Ancor più difficile è trovare professionisti competenti in una serie di nuovi ruoli emergenti: come Data Analyst, Data Scientist, specialisti di intelligenza artificiale e apprendimento automatico, sviluppatori di software e applicazioni.

La mancanza di una chiara definizione delle competenze necessarie per ricoprire questi nuovi ruoli, fa sì che non esista un percorso formativo o un sistema di riconoscimento ufficiale a qualificare i professionisti che si propongono per un’assunzione o per una promozione. Ma la produttività a lungo termine dei dipendenti è limitata dalla loro effettiva padronanza di competenze chiave in queste aree, che sono molto difficili da acquisire senza un’adeguata e specifica formazione.

Dovrebbe quindi esserci, all’interno delle organizzazioni, non solo la volontà di implementare nuovi approcci, ma anche la capacità di comprendere e valutare quali sono le competenze e le figure professionali necessarie per portare a termine determinati compiti.

Un aiuto a professionisti ed aziende nella loro transizione verso un’edilizia sostenibile

IBIMI è impegnata a livello nazionale ed internazionale nella definizione di nuovi sistemi di formazione e riconoscimento delle competenze digitali e di efficientamento energetico richieste dal mercato per il rinnovamento edilizio, per aiutare professionisti ed aziende nella loro transizione verso un’industria delle costruzioni sostenibile:

  • Promuovendo un sistema di Qualificazione per i professionisti del BIM riconosciuto a livello internazionale da buildingSMART;
  • Contribuendo allo sviluppo del progetto EU HORIZON202 ARISE, che ha come obiettivo la creazione ed implementazione di un nuovo sistema di formazione e riconoscimento delle competenze, con il duplice intento di sostenere la transizione digitale e green della filiera;
  • Coordinando le attività del progetto LIFE-EU RES2, finalizzato ad una completa ricognizione dello status quo ed alla produzione di un report esaustivo sull’educazione, la formazione e l’apprendimento continuo sia per i lavoratori che per i professionisti del settore edile per un parco immobiliare decarbonizzato.

Colmare il divario nelle carenze di competenze di costruzione digitale non è solo utile a rendere il settore più performante e competitivo, ma è anche e soprattutto un impegno verso la sostenibilità a cui nessuno può più sottrarsi.