Le competenze future del settore delle costruzioni

 

Tecniche e tecnologie innovative sono destinate a guidare la crescita economica, ma il settore edile si trova di fronte a grandi difficoltà nel trovare persone con le giuste competenze digitali. 

Il rapporto Future of Jobs, pubblicato nel 2020 dal World Economic Forum, è una sintesi della ricerca sui lavori e le competenze del futuro: l’obiettivo del report è quello di far luce sugli sconvolgimenti causati dalla pandemia, contestualizzati all’interno di una più lunga storia di cicli economici e delle prospettive previste per l’adozione della tecnologia, i posti di lavoro e le competenze nei prossimi cinque anni.  

Alcuni dati suggeriscono che nella maggior parte dei Paesi considerati nel rapporto (tra cui l’Italia), in media oltre il 62% delle organizzazioni e del loro personale avrà bisogno di una qualche forma di aggiornamento o formazione, a prescindere dal settore in cui opera, percentuale destinata ad aumentare di un ulteriore 11% entro il 2025, evidenziando l’urgenza dello sviluppo delle competenze e dell’aggiornamento nelle tecnologie e nei processi legati all’adozione del digitale in tutti i settori. 

La capacità delle aziende di sfruttare il potenziale di crescita legato ai nuovi processi e all’adozione delle tecnologie è ostacolata da una parte dalla carenza di competenze e dall’altra dall’incapacità di attrarre i talenti giusti. 

In un articolo recentemente apparso su PBCToday, Rebecca De Cicco, presidente globale di Women in BIM e responsabile dell’abilitazione digitale di Aurecon, solleva alcune importanti osservazioni che ci aiutano ad analizzare la situazione nel settore dell’edilizia, invitando gli stakeholder coinvolti a studiare idee e soluzioni per consentire una maggior efficienza e produttività della filiera. 

La mancanza di competenze fotografata da “The Future of Jobs report” è infatti particolarmente veritiera per chi lavora nel settore delle costruzioni, più lento di altri nell’adozione del digitale.  

“Sappiamo che il BIM, l’ingegneria digitale e gli standard internazionali sono i fattori trainanti per il nostro settore, eppure attualmente ci troviamo di fronte a un basso numero di lavoratori qualificati in questo ambito. Perché e cosa possiamo fare?” 

Nel corso degli ultimi anni IBIMI ha sviluppato la cosiddetta roadmap italiana dell’OpenBIM. La roadmap rappresenta un percorso in cui crescere e consolidarsi per poter dare ai professionisti BIM l’opportunità di essere qualificati a livello internazionale secondo il programma di qualificazione di buildingSMART International, organismo internazionale che sovrintende allo sviluppo di standard aperti come il formato IFC e al contempo in conformità con quanto previsto dalla UNI 11337-7.  

Linguaggio comune e processo condiviso sono le basi fondanti che i professionisti BIM coinvolti nella gestione delle informazioni, lungo tutta la catena di fornitura edile o civile (rilievo, progettazione, costruzione, uso, smantellamento), devono possedere. Su questo presupposto IBIMI è in prima linea nello sviluppo del programma di qualificazione per figure come BIM Specialist, Coordinator e Manager. Queste attestazioni copriranno uno dei primi importanti traguardi del programma di certificazione buildingSMART insieme alla qualifica individuale, già diffusa nel nostro paese, sulle basi della metodologia BIM.  

“La pandemia ci ha insegnato che dobbiamo cambiare il nostro approccio al modo in cui realizziamo i progetti e alle tecnologie utilizzate per farlo. Il fatto che solo il 42% dei dipendenti colga l’opportunità di riqualificarsi o aggiornarsi nel proprio ruolo è una questione critica nel nostro settore, che evidenzia ulteriormente la resistenza a consentire il cambiamento in tutto l’ambiente costruito. È necessario che i leader del settore invertano questo modo di pensare e incoraggino il cambiamento.” 

A queste criticità si aggiunge la difficoltà nella ricerca di personale qualificato nel settore delle costruzioni digitali e dell’ingegneria digitale. Le organizzazioni citano costantemente difficoltà nell’assumere o trovare i talenti giusti e molte ricorrono a misure estreme per trattenere le persone con queste competenze.   

Per accompagnare in maniera completa professionisti e aziende del settore edile nel loro percorso verso la digitalizzazione, IBIMI ha attivato un portale lavoro dedicato esclusivamente alle professioni BIM, con l’intenzione di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro altamente specializzate. 

Facilitando il job matching nel mondo BIM, l’associazione intende fornire una risposta qualificata sia alla necessità per le aziende di trovare personale esperto, sia ai professionisti di valorizzare al massimo le competenze acquisite e le attestazioni conseguite, aiutandoli a trovare nuove opportunità di crescita professionale. 

“Oltre alle preoccupazioni legate al modo in cui adottiamo le nuove tecnologie” sottolinea Rebecca De Cicco “è necessario che all’interno delle nostre organizzazioni si capisca quali sono le competenze richieste. Questo tipo di dati può essere utilizzato come quadro di riferimento per lo sviluppo da parte delle organizzazioni di un approccio alla misurazione delle competenze e all’aggiornamento professionale”

Si pensi ad esempio a tutte le professioni basate sull’utilizzo dei dati, come le figure del data analyst o del data scientist, oggi ancora piuttosto sconosciute nel contesto dell’industria delle costruzioni. Ma anche alle competenze nell’ambito dell’efficientamento energetico, dell’uso delle fonti rinnovabili di energia e chiaramente in quello della digitalizzazione dei processi, quindi del BIM. 

Dal 1° settembre 2021 il progetto europeo ARISE, di cui IBIMI è partner, sta lavorando per capitalizzare i risultati di decine di progetti europei che, all’interno dell’iniziativa “BUILD UP skills” lanciata dalla Commissione Europea nel 2011, hanno prodotto diverse centinaia di corsi con materiale didattico di altissima qualità  

Il progetto prevede la condivisione di contenuti in forma di “pillole”, ovvero di microunità didattiche fruibili on-line, che possono essere certificate attraverso un sistema di riconoscimento delle competenze basato su blockchain. In questo modo i discenti saranno in grado di costruire gradualmente il proprio curriculum professionale con “maturità crescente”, fino ad ottenere delle vere e proprie certificazioni riconosciute in ambito lavorativo.
Questo nuovo sistema di formazione e riconoscimento delle competenze, che ha il duplice intento di sostenere la transizione digitale e green della filiera edile, sarà valido in tutta l’UE, aumentando così la diffusione di forza lavoro qualificata nel mercato edilizio. 

Una ulteriore doverosa considerazione va fatta in merito all’impatto che l’adozione delle nuove tecnologie potrebbe avere sui posti di lavoro, sostituendo alcune mansioni svolte dall’uomo con quelle svolte dalle macchine:L’entità dell’interruzione varierà a seconda della professione e delle competenze del lavoratore. Nelle organizzazioni di consulenza su larga scala c’è già una forte attenzione per l’automazione, che si concentra sulla possibilità di completare le mansioni più umili con tecniche automatizzate e di puntare sull’uomo per i ruoli di leadership e innovazione.” 

Ancora una volta emerge quindi l’importanza strategica dell’aggiornamento professionale e del life long learning, che da un lato consente alle aziende di trovare risposte pertinenti alle proprie esigenze, e dall’altro, consente ai lavoratori di acquisire nuove competenze, per stare al passo con le rapide mutazioni del mercato del lavoro. 

“L’invito è ad agire in fretta per colmare la carenza di competenze digitali nel settore edile. Le prospettive sono positive: i datori di lavoro hanno l’opportunità di aggiornare la propria forza lavoro e, in questo modo, di trattenere i membri più importanti del team. Inoltre, con l’aumento dei programmi di apprendistato, si presentano molte opportunità per inserire nei nostri team nuove persone desiderose di imparare. Non dobbiamo reinventare la nostra forza lavoro, dobbiamo ripensarla!” 

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