IBIMI nasce nel 2015 con una mission ben precisa: la qualificazione dei nuovi professionisti del settore delle costruzioni digitali. Nel 2017 viene iscritta nel registro del Ministero dello Sviluppo come associazione di professionisti che può rilasciare attestazioni di qualità ai sensi della legge 4/2013. A quei tempi non erano presenti molte norme tecniche (forse nessuna, almeno a livello internazionale) che permettesse di dire con certezza cosa volesse dire la digitalizzazione del settore delle costruzioni e ancor meno chi erano i nuovi professionisti che se ne dovevano occupare o cosa questi dovessero saper fare in più o di diverso rispetto al passato. Motivo per cui IBIMI ha inizialmente deciso di non promuovere un proprio programma di qualificazione professionale, ma di aspettare prima che normazione e consapevolezza del settore raggiungesse un livello di maturità maggiore.

In otto anni il numero di standard rivolti alla digitalizzazione del comparto è cresciuto in maniera quasi esponenziale, ed oggi siamo certamente in grado di tracciare con più certezza i profili dei ruoli specializzati BIM e le mansioni da questi svolte. Su questo tema la norma UNI 11337 parte 7 del 2018 “Edilizia e opere di ingegneria civile – Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni – Parte 7: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza delle figure coinvolte nella gestione e nella modellazione informativa” è sicuramente un riferimento prezioso.

Dopo qualche anno dalla sua fondazione, IBIMI ha assunto il ruolo di capitolo italiano di buildingSMART International, l’ente internazionale che guida da oltre 25 anni la digitalizzazione del settore attraverso le creazioni di standard e servizi. buildingSMART ha avviato nel 2018 un proprio programma di certificazione sia per i corsi che per i professionisti. Tale programma vede la qualifica del nuovo professionista digitale come un percorso costituito da vari livelli di approfondimento. Il primo livello, chiamato “Fondamenti BIM”, ha come scopo l’acquisizione dei concetti fondanti la metodologia openBIM, ed a oggi, a livello mondiale, ha portato oltre 15.000 professionisti alla certificazione grazie ai quasi 100 organismi di formazione a loro volta certificati che erogano corsi di preparazione all’esame.

Il secondo livello del percorso di qualificazione buildingSMART, chiamato “Practitioner”, prevede la specializzazione verso un ruolo definito (BIM specialist, BIM coordiantor, BIM Manager, CDE Manager) che, ad un ulteriore approfondimento sui concetti teorici, aggiunge l’acquisizione delle competenze pratiche come l’utilizzo di software BIM. Grazie allo sforzo fatto da IBIMI da almeno due anni a questa parte, il secondo step di certificazione è oggi non solo pronto al lancio su scala mondiale, ma è anche perfettamente allineato alle pratiche italiane (UNI 11337-7).

A seguito di questi sviluppi, IBIMI ha quindi avviato il programma di qualificazione dei professionisti BIM italiani, secondo la legge 4/2013, riuscendo a combinare allo stesso tempo una riconoscibilità internazionale e l’allineamento alle norme nazionali UNI, ed estere CEN ed ISO. I primi attestati di qualità e qualificazione dei professionisti sono già stati emessi per alcuni BIM specialist.

Qual è la differenza tra un attestato legge 4/2013 e una certificazione Accredia?

Da un punto di vista sostanziale non ci sono particolari differenze tra l’attestazione di qualità rilasciata ai sensi della legge 4/2013 rispetto alle certificazioni che già da qualche anno vengono offerte in Italia sulle figure BIM sotto il sistema Accredia (ad esempio le certificazioni ICMQ, Berau Veritas, ecc..).

IBIMI, in quanto ente specializzato sul BIM, ha messo a punto un sistema di formazione e verifica delle competenze più dettagliato e ritagliato sulle esigenze che si sono venute ad identificare sul mercato negli ultimi anni. L’obiettivo è quello di portare tutto il tema di qualifica dei professionisti BIM ad un livello di maturità più alto rispetto al passato.

La disponibilità di un ampio numero di standard e norme, unito ad un confronto internazionale e a conoscenze avanzate sui temi dell’interoperabilità, ha permesso di definire un approccio che è completamente indipendente dalle software house, spostando l’attenzione sulla capacità di consegna di elaborati finali in formati aperti e non proprietari piuttosto che sulla capacità di utilizzare un particolare strumento. Questo garantirà professionisti meglio preparati alla collaborazione e più sicuri nel rispondere alle richieste di interoperabilità che la committenza, soprattutto pubblica, sempre di più fa.

Da un punto di vista formale, esiste invece una differenza tra l’attestazione legge 4 e le certificazioni Accredia, che ora descriveremo, ma va subito detto che questa non pregiudica una perfetta equiparabilità tra le stesse, essendo comunque entrambe allineate sia alla norma UNI 11337-7 che alla PdR 78/2020 “Requisiti per la valutazione di conformità alla UNI 11337-7:2018”.

IBIMI è autorizzata a rilasciare attestazioni di qualità in quanto iscritta all’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico come associazione di professionisti BIM. L’associazione stessa, definendo le modalità di rilascio di tali attestati, va a garantire l’imparzialità delle procedure di valutazione e risponde direttamente al cliente finale di eventuali carenze professionali di chi ha acquisito l’attestazione di qualità.

Per quanto riguarda il sistema Accredia, è Accredia stessa a garantire l’imparzialità degli enti di certificazione che svolgono le valutazioni e rilasciano i certificati. Qui risiede la principale differenza, a cui spesso si fa riferimento parlando di valutazione di parte seconda rispetto a una di parte terza.

Sono entrambe richiamabili in bandi pubblici?

Si. Nei bandi pubblici possono essere richiesti entrambi gli attestati e/o certificati come forma di garanzia della qualità dei servizi professionali offerti. Anzi, l’esclusione di un sistema rispetto all’altro, si porrebbe come limitazione alla libera concorrenza degli operatori di mercato, con eventuale possibilità di impugnazione della procedura di gara.